Chiesa
Parrocchiale
La chiesa parrocchiale incorpora sul lato sinistro della facciata
l’abside della precedente collegiata di Santo Stefano, risalente
al tardo romanico comasco (XIII secolo).
Un’abside importante dal punto di vista architettonico perché
il motivo delle semicolonne addossate a lesene rappresenta un’evoluzione
e un perfezionamento dell’arco.
La nuova parrocchiale fu progettata dall’architetto Pellegrino
de’ Pellegrini su suggerimento di san Carlo Borromeo.
La nuova facciata è composta da un loggiato tripartito arricchito
nell’arco centrale da un frontespizio circolare che sostiene la
balaustra con due plastiche sculture in corrispondenza dell’arco
centrale inferiore.
Il settore superiore della facciata, che ripete la ripartizione
del loggiato, termina con un frontone triangolare a forte aggetto
e di grande effetto chiaroscurale.
La chiesa, consacrata nel 1634, venne poi rimaneggiata nell’Ottocento
con una serie di lavori che fecero espandere la crociera e la cupola.
Presso la parrocchiale si trova anche il battistero a pianta
ottagonale, anch’esso facente parte del vecchio complesso romanico.
Da segnalare anche la presenza di numerose ville d’epoca ottocentesche
(fra le quali Villa Rosnati, oggi sede del Comune) appartenute alle
famiglie patrizie dei Litta, dei Resta e dei Castiglioni.
Appiano è anche conosciuta per il centro sportivo della Pinetina,
all’interno del quale si trova la sede degli allenamenti della celebre
squadra calcistica Inter F.C. di Milano.
Chiesa della Fontana
Uno scorcio del paese. Sullo sfondo, la Chiesa della Fontana.
Chiesa del Lazzaretto
Sulla strada per Oltrona San Mamette, in zona cimitero, si
incontra la piccola Chiesa del Lazzaretto.
Chiesa romanica di San Bartolomeo al Bosco
La Chiesa romanica di San Bartolomeo al Bosco, fuori dall’abitato,
nel cuore della pineta di Appiano, in direzione Tradate.
Dal 1925 la chiesetta è monumento nazionale.
Una chiesina semplice e tanti perché.
PerchÉ venne costruita lontano dalle vecchie strade consolari
romane?
Perché ospitò a lungo l'urna di Valperto, probabile fonte
battesimale oggi esposta al Museo Archeologico di Milano?
Perché il Capitolo del Duomo di Milano accorse qui dopo il
Mille fuggendo dalle truppe imperiali del Barbarossa?
E perché accanto alla chiesa sorgeva un “Ospitale”, segno
di accoglienza non episodica?
Dalla lettura attenta di alcuni documenti storici si ipotizza
che nel XII secolo San Bartolomeo fosse in realtà un luogo in pieno
sviluppo con una prepositura e diversi canonici.

Inoltre
un tale Guglielmo Boltraffio, un patrizio, donò diversi fondi al
prevosto e ai canonici di San Bartolomeo affinché potesse sorgere
adiacente alla chiesa un piccolo ospedale e si distribuissero elemosine
ai poveri.
Successivamente, dopo la lotta tra i Comuni e l’Imperatore,
il territorio diventò proprieté dei Visconti e San Bartolomeo venne
donato dall’arcivescovo Ottone Visconti al Capitolo del Duomo di
Milano.
Nel 1470 il Capitolo del Duomo cedette la località alla famiglia
Pusterla pur mantenendone il diretto dominio fino al 1799.
Dal 1760 ai Pusterla si sostituirono via via proprietari diversi.
San Bartolomeo al Bosco nel frattempo era diventato comune
con tanto di scuola con un’aula per i soli maschi e una chiesa -
San Bartolomeo, appunto.
Ma solo alla fine dell'Ottocento, quando il comune era un
ricordo e San Bartolomeo era stata assorbita da Appiano, la chiesa
venne restaurata e si riprese a celebrare la messa domenicale.
Fu allora che il prefetto Grilloni si adoperò affinché San
Bartolomeo fosse dichiarata monumento nazionale.
Attualmente la chiesa è di proprietà di Francesco Rusconi.